Informazioni sull’arresto di Mauro in Serbia
Scrivo questo articolo a titolo personale per aggiornare i numerosi amici che in questi giorni sono in ansia per la triste disavventura capitata a Mauro.
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I fatti
L’accusa è di aggressione aggravata per rapina ai danni di tre profughi afghani (dato confermato) iraniani (o afghani, le fonti sono disambigue) per una somma di circa 300 dinari (meno di 3 euro). Da come si legge su “La Repubblica”, Mauro, assieme ad altre 5 persone, avrebbe aggredito e ferito 3 migranti in un capannone abbandonato che funge da centro accoglienza temporaneo. In questo momento è rinchiuso nel carcere di massima sicurezza di Sremska Mitrovica, città a ovest della capitale serba in attesa che il compagno di viaggio, Andrea Vignali, venga interrogato assieme ad altri testimoni. La prossima udienza dovrebbe essere fissata per venerdì 23 marzo 2018 mercoledì 28 Marzo 2018 ma non vi è ancora certezza.
L’accusa contro Mauro e le testimonianze
Da quanto si evince dai giornali, le tre vittime della rapina avrebbero inizialmente riconosciuto in Mauro il loro aggressore in base alla fotocopia della carta di identità in possesso delle autorità locali (ottenuta nel momento del passaggio della frontiera tra Serbia e Croazia). Questa foto, vecchia di 8 anni, risulta però molto diversa dall’aspetto attuale di Mauro. Proprio per questo, grazie anche ad un confronto all’americana, l’accusa verso di lui è caduta. Due dei tre aggrediti l’avrebbero infatti scagionato completamente, affermando addirittura di “averlo conosciuto e apprezzato proprio come fotografo impegnato a documentare i loro problemi“. Le vittime dell’aggressione avrebbero inoltre parlato di un gruppo di “sei persone di origine iraniana con passaporto italiano” (fonte: ilmanifesto.it). Oltre a questo, ci sarebbero anche le testimonianze di Andrea Vignali e dell’albergatore che lo ospitava nei giorni dei fatti. Tutto questo, purtroppo, non è bastato per la scarcerazione immediata.
Chi se ne sta occupando
Attualmente l’unità di crisi della Farnesina sta seguendo attentamente il caso e si dice ottimista per quanto riguarda un rilascio in tempi molto brevi. Al lavoro ci sono anche l’ambasciata italiana di Belgrado e l’assessore all’immigrazione della Regione Piemonte, Monica Cerutti. Messaggi di supporto sono giunti anche dall’Associazione “Allievi del master di giornalismo Giorgio Bocca” tramite il suo presidente Marco Bobbio e il coordinatore del progetto “Exodos” Max Ferrero.
Fonti
- www.ilmanifesto.it
- www.larepubblica.it
- Il Fatto Quotidiano
- Agenzia Nova
- Torino Today
- La Stampa.it – (aggiornamento 23 marzo 2018)
- Torino Oggi
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-Pier Paolo-